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Naspi: cos’è e come ottenerla. Le novità del 2025

La Naspi rappresenta ancora nel 2025 il principale sussidio di disoccupazione per i lavoratori dipendenti che perdono involontariamente il lavoro. Con la Legge di Bilancio 2025 e la recente Circolare INPS n. 98/2025 sono state introdotte importanti novità riguardanti i requisiti di accesso, le modalità di presentazione della domanda e il calcolo delle settimane contributive utili. Una delle modifiche più rilevanti riguarda le dimissioni volontarie: dal 1° gennaio 2025, per poter accedere alla Naspi in caso di nuovo rapporto di lavoro interrotto, sarà necessario aver maturato almeno 13 settimane di contribuzione. In questo articolo analizziamo nel dettaglio le regole generali, le novità normative e i casi particolari come le dimissioni per giusta causa, fornendo chiarimenti pratici per datori di lavoro e aziende.

Che cos’è la Naspi?

Intanto ricordiamo di cosa si tratta. La Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego) è un sostegno economico a favore dei lavoratori dipendenti, che hanno perso involontariamente il lavoro. Come anticipavamo nell’introduzione, il sussidio torna ad essere di grande attualità: infatti, con la Legge di Bilancio 2025 e la Circolare Inps n. 98/2025,  sono state varate importanti novità riguardanti i requisiti per richiederla, come presentare la domanda e come calcolare le settimane utili per richiedere la Naspi

Quali sono i requisiti generali per poter godere della Naspi?

Quando un lavoratore può effettivamente accedere alla Naspi? I requisiti principali sono essenzialmente tre:

  1. essere in stato di disoccupazione involontaria;
  2. avere almeno 30 giornate effettive di lavoro, svolte nei 12 mesi precedenti lo stato di disoccupazione involontaria;
  3. aver maturato 13 settimane di contributi negli ultimi 4 anni precedenti;

Quali sono le novità del 2025?

Come detto il 2025 è stato un anno carico di novità su questo fronte. In particolare, ora, il lavoratore che si dimette volontariamente, e nei successivi 12 mesi, inizia un nuovo rapporto di lavoro che s’interrompe involontariamente, potrà richiedere la Naspi soltanto se con quest’ultimo impiego, ha maturato 13 settimane contributive

Facciamo un esempio pratico….

  • fino al 31 Dicembre 2024, succedeva che qualora un lavoratore si fosse dimesso da un posto di lavoro per essere assunto presso una nuova Azienda, avrebbe maturato il diritto alla disoccupazione e a richiedere la Naspi, quando anche fosse stato poi licenziato dopo 1 solo giorno di lavoro;
  • dall’1 Gennaio 2025, invece, accade che se un lavoratore si dimette da un’Azienda per essere assunto presso una nuova Azienda, qualora dovesse essere da quest’ultima licenziato dopo 1 solo giorno di  lavoro, non avrebbe diritto a richiedere la Naspi, in quanto non avrebbe maturato le 13 settimane di contribuzione

Pertanto, nel 2025 , mentre i requisiti generali restano invariati, la Normativa prevede delle eccezioni. Relativamente a queste occorre innanzitutto specificare che non si parla di perdita volontaria del posto di lavoro in caso di dimissioni per Giusta Causa, le dimissioni presentate durante il Congedo di maternità/paternità, nonché le risoluzioni consensuali in sede di accordo sindacale.

Quali sono le ipotesi in cui è possibile parlare di Dimissioni per GIUSTA CAUSA?

Un ulteriore importante chiarimento: quando si può effettivamente parlare di dimissioni per Giusta Causa? Queste intervengono nel caso in cui:

  • il dipendente sia costretto a rassegnare le dimissioni a causa di determinati comportamenti adottati dal Datore di Lavoro e tali da rendere impossibile la prosecuzione, anche solo temporanea, del rapporto di lavoro
  • siano coinvolti Casi di mobbing e molestie sessuali;
  • avvenga un trasferimento del lavoratore, qualora tale trasferimento non sia giustificato da comprovate esigenze produttive aziendali, indipendentemente dalla distanza considerata; 
  • intervenga una risoluzione consensuale in sede sindacale, quando un lavoratore rifiuti il trasferimento presso altra sede di lavoro, ubicata ad una distanza maggiore di 50 chilometri o nel caso in cui, tale nuova sede sia raggiungibile in non meno di 80 minuti con mezzi pubblici;
  • ci sia un demansionamento del lavoratore , costretto ad essere adibito a mansioni inferiori rispetto al suo inquadramento contrattuale; 

Come calcolare le 13 settimane ?

Sono considerate utili ai fini contributivi, le settimane retribuite rispettando il minimale settimanale, nonché i periodi di congedo parentale regolarmente retribuiti e i periodi di astensione per la malattia del figlio (fino agli 8 anni di vita del bambino, usufruibili nel limite di massimo 5 giornate per ciascun anno solare).

Anche alla luce delle importanti novità 2025, la gestione corretta della Naspi e degli altri sussidi richiede attenzione e competenze specifiche. Affidarsi a consulenti del lavoro qualificati è il modo migliore per tutelare sia i lavoratori che l’azienda, evitando errori e sanzioni.

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