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Licenziamento dipendente in malattia, quando è possibile?

La legge vieta a qualsiasi datore di lavoro di procedere al licenziamento di un dipendente in malattia, ma vi sono dei casi eccezionali in cui tutto ciò è permesso.

Durata della malattia

Ogni lavoratore ha a disposizione un certo numero di giorni di malattia: la legge stabilisce una durata massima di tale periodo (periodo di comporto) che viene stabilita dai vari CCNL e varia  a seconda dei settori produttivi. Un solo giorno di più di malattia oltre il periodo di comporto e il datore può procedere al licenziamento.

In ogni caso, il licenziamento in malattia non è ammesso oltre il periodo di comporto:

  • quando la malattia è legata alla professione svolta ed è determinata da colpa dell’azienda
  • quando la malattia comporta una disabilità: il datore di lavoro deve trovare un modo per ricollocarlo in azienda, in caso contrario potrà procedere con il suo licenziamento.

Le eccezioni

Sebbene non sia legale licenziare un dipendente in malattia, vi sono una serie di eccezioni che sono emerse nel corso degli anni:

  • licenziamento in malattia per giusta causa: è ammesso quando la malattia è falsa o il lavoratore si comporta in modo da ritardare la guarigione
  • licenziamento in malattia per crisi: è ammesso quando l’azienda sta affrontando una situazione di crisi aziendale che comporta la riduzione del personale o la cessazione di un ramo d’azienda. E’ fondamentale, in questo caso, che l’azienda non abbia assunto altro personale con le stesse mansioni della persona da licenziare
  • licenziamento prima della scadenza del periodo di comparto: quando la presenza sporadica del lavoratore malato freni la produzione o blocchi addirittura i meccanismi di produzione.

 

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